SINOSSI
Il racconto di un Reduce Alleato ci porta in un tempo lontano, da non dimenticare. 1943. Seconda Guerra Mondiale: con la Campagna d'Italia i soldati Alleati risalgono attraverso la penisola italiana. Sul palco si materializzano le atmosfere di un locale del Sud Italia negli anni '40. La mestizia evidente portata dalla guerra viene sconvolta dall'arrivo di un manipolo di soldati Alleati, separati dalla propria guarnigione durante gli scontri. La paura e la diffidenza dei popolani prendono il sopravvento, ma è subito evidente che si deve accettare questa occupazione temporanea e dare riparo e ristoro ai "salvatori della patria". In questo fragile contesto si alternano e si mescolano vicende ed emozioni dei vari personaggi: c'è chi non può accettare la profanazione della proprietà, chi, credendosi ormai al sicuro, rivive gli attimi di combattimento e l'orrore della guerra in un'allucinazione onirica, chi cerca il sollievo dell'anima e del corpo condividendo con i locali cibo, musica e qualche sorriso, chi ricorda gli affetti lontani sfogliando il diario dei propri ricordi.
Le vicende personali dei personaggi passano in secondo piano quando, al riavvicinarsi della battaglia, l'attenzione dei protagonisti ritorna ai valori universali: la morte che si prepara a ghermire i soldati in trincea, il sentimento religioso e la crisi di fede degli uomini in periodi così tragici, la caducità della vita. Una poesia di Eduardo De Filippo invita ad apprezzare ogni momento vissuto "Ncopp' a sta Terra", ed ecco che una "Tarantolata" collettiva esalta con balli e musiche tradizionali la rinascita e la fertilità, la condivisione del sapere, la speranza nel flebile raggio che illumina la finestra della nostra anima, la condanna della guerra e del suo veleno.
L'impeto di gioia finale sarà la strenua battaglia metaforica e i personaggi ormai uniti per la libertà. Lo spettacolo si sublima parlando al cuore degli spettatori con un messaggio di fratellanza che solo la memoria storica può regalarci se sapremo ascoltarla.